
Alla ricerca della luce come forma d’arte
Un dialogo sulla luce con Mimmo Paladino. Un amico prezioso con cui ho affrontato, fino a sviscerarlo, il complesso e meraviglioso rapporto tra luce ed arte, imparando una lezione fondamentale su come dare corpo alle più profonde emozioni, governare le implosioni della propria coscienza e plasmare forme e materia per creare qualcosa di unico, che si possa “sentire” e non solo vedere, che sopravviva fuori dal tempo e oltre la storia dell’uomo. Valéry affermava: “Io scrivo metà della poesia. Il lettore scrive l’altra metà”.
Con Mimmo la scrittura si tripartisce: lui scrive l’opera, io cerco di “metterne in luce” lo spirito, poi l’osservatore chiude il cerchio con la sua personale e più intima interpretazione. Con Mimmo ho condiviso esperienze inimmaginabili e raggiunto vere e proprie integrazioni di pensiero e di sensi.
Abbiamo indagato il corpo della materia e della terra, spalmato luce sulla superficie rugosa di un enorme disco in bronzo, animato cavalli impossibili, restituito una viva e potente luce blu ad un’intera montagna trasformando una “ferita” in un capolavoro di sensibilità e umanesimo. Il nostro lavoro insieme è una contaminazione tra luce e volumi, energia vitalistica e materia. Un affascinante intreccio di assonanze esistenziali.