Luce, architettura e arte, una relazione unica e straordinaria, un sodalizio in grado di dare vita ad ambienti suggestivi, carichi di poesia e di romanticismo. Un luogo in cui vale la pena vivere un’esperienza unica al mondo.
A Napoli c’è tutto un mondo sotterraneo da scoprire e tra questo: le Stazioni d’Arte delle Metropolitane, sotto la direzione artistica di Achille Bonito Oliva, rappresentano un esempio unico e interessante di museo decentrato e distribuito in città, un percorso espositivo fruibile attraverso la scoperta e il continuo spostamento in città.
Uno dei più importanti esperimenti italiani: ogni stazione è stata disegnata da un architetto diverso, di fama internazionale, rappresentando al tempo stesso una grande occasione di riqualificazione del contesto urbano, interpretandolo secondo la sua visione.
L’inserimento permanente di opere d’arte contemporanea e la luce, attraverso la mediazione di questi fattori e aggiungendone, in alcuni casi, degli altri, ispirandosi ad un “dono” che la città di Napoli ha, la sua Luce, la luce del Mediterraneo.
Un ambiente di transito in cui, paradossalmente, la sosta e la meditazione diventano elementi fondanti dell’intero progetto. L’esaltazione delle opere d’arte, la sensazione di trovarsi in un ambiente museale creano la percezione di uno spazio nuovo, inedito, ricco di luce e cultura.
Un’esperienza professionale unica ed estremamente entusiasmante quella che ho vissuto e che sto vivendo. Le stazioni rappresentano un vanto per l’architettura, l’arte e l’archeologia a livello internazionale, scandiscono le tappe di un innovativo itinerario culturale ma soprattutto mi hanno offerto e mi offrono la possibilità di confronto su temi professionali importanti. Pensare sempre a come far vivere un’esperienza indimenticabile alla enorme quantità di cittadini e turisti che ogni giorno transitano in metro.
La luce ha sempre giocato un ruolo di primo piano nei diversi progetti, trattandosi di architetture “verticali” verso il sottosuolo, che si sviluppano dalla superficie fin giù ai binari a circa -40 metri dal suolo. In alcune di loro la luce naturale diventa il legame forte con l’esterno in altre meno.
La sfida, quella di adoperare un nuovo modello di progettazione che da un lato sapesse assolvere alle esigenze normative e di sicurezza e dall’altro a quelle architettoniche. Ma anche a quelle emozionali con le opere d’arte.
Un gioco di continui rimandi in cui la luce diventa strumento di comunicazione, filo di Ariana che lega i diversi momenti e aspetti del luogo in una unica storia da raccontare.
Sono poche le città che possono vantare un museo non solo accessibile ma anche fuori dai classici palazzi della cultura. A Napoli, quindi, tra scale mobili e banchine ci sono dei vari capolavori artistici, ammirabili al costo di un semplice biglietto della metro.
Questa peculiare caratteristica rende la Metropolitana di Napoli una tra le più affascinanti del mondo.
Ogni stazione porta la firma di un celebre esponente dell’architettura internazionale. Gli artisti, poi, completano l’opera.
Le 13 stazioni a cui ho preso parte con il progetto di illuminazione sono:
Stazione Vanvitelli, Stazione Materdei, Stazione Cilea Quattro Giornate, Stazione Salvator Rosa, Stazione Università, Stazione Duomo, Stazione Capodichino, Stazione Centro Direzionale, Stazione Poggioreale, Stazione Chiaia, Stazione San Pasquale, Stazione Arco Mirelli, Stazione Tribunale.
Ultima, ma solo dal punto di vista cronologico e non per importanza, la stazione metro Duomo. Nel progettare la luce della stazione Duomo mi sono lasciato ispirare dal territorio, dai colori del cielo e del mare, dall’intensità e dalle caratteristiche della luce del Mediterraneo.
Gli architetti con i quali ho avuto la fortuna di collaborare per il progetto di illuminazione delle metropolitane di Napoli sono: Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli, Alessandro Mendini, Boris Podrecca, Domenico Orlacchio , Karim Rashid, Enric Miralles e Benedetta Tagliabue , Mario Botta, Uberto Siola, Hans Kollhoff , Richard Rogers.
Questo mi ha consentito di vivere un’esperienza professionale entusiasmante grazie al continuo confronto con diversi punti di vista, diversi approcci filosofici e diversi metodi di lavoro sui vari temi, dall’architettura all’arte, dal progetto ai materiali impiegati, dal criterio di integrazione architettonico al tema urbanistico, a quello normativo e a continuare al confronto con le diverse imprese per l’esecuzione e il collaudo dei lavori.
Sono state impiegate le più moderne tecnologie che il mercato oggi può offrire in termini di risparmio energetico, colore della luce, efficienza, design, resistenza, tenendo sempre in debita considerazione uno degli aspetti tecnici più complessi che riguarda la manutenzione e da ultimo, ma non per importanza, i costi, argomento sempre presente e importantissimo. Oggi con l’impiego di sorgenti LED abbiamo avuto cura di dilatare a tempi molto lunghi la manutenzione in considerazione dei lunghi tempi di accensione a cui si sottopone la Metropolitana.
Un altro importante aspetto è stato quello dell’estetica degli apparecchi utilizzati dovendo integrarsi nell’architettura e ricercando ogni volta le soluzioni più armoniche e molto spesso disegnate su misura. Oggi non è per niente semplice ne banale se pensiamo alla grande quantità di strumenti a disposizione e al loro design.
Vi guido attraverso un piccolo percorso che potete approfondire strada facendo alla scoperta di alcune delle Stazioni della Metropolitana di Napoli interessate dal mio mio intervento di progettazione della luce.
La stazione Vanvitelli, una delle più affascinanti della nuova Linea 1, progettata dall’arch. Michele Capobianco. La luce definisce e valorizza lo spazio architettonico, esaltando la grande opera d’arte di Mario Mertz.
La Stazione Cilea/Quattro Giornate, progettata dall’arch. Domenico Orlacchio è dedicata ai giorni dell’insurrezione che liberò Napoli dall’occupazione nazista. Il progetto di lighting design mira ad incuriosire ed affascinare il viaggiatore distratto e frettoloso: una luce calda e soffusa avvolge questa camera d’attesa della città sottolineando, i rilievi, i dipinti e le teche che ne ricordano la storia.
La stazione Salvator Rosa, progettata dall’arch. Alessandro Mendini è essa stessa un’opera estetica globale che coinvolge il viaggiatore e fa da palcoscenico alla sua vita quotidiana. L’intervento di illuminazione asseconda il dialogo che le opere esposte stabiliscono con gli spazi architettonici e con le testimonianze del passato riportate alla luce dall’intervento di rivalorizzazione.
La stazione Università, progettata dall’architetto anglo-egiziano Karim Rashid, riporta neologismi dell’era digitale, legati al mondo dell’informatica, della cibernetica e della tecnologia. Ovunque i LED fanno scorrere parole universalmente conosciute, legate alla conoscenza e alla multiculturalità tipiche dell’ambiente universitario.
La stazione metropolitana San Pasquale, opera dell’architetto Boris Podrecca, è caratterizzata da una luce che definisce la sua architettura e che si esprime proprio attraverso “guide luminose” che sottolineano la forma architettonica, con un design orizzontale che attraversa la linea curva del tetto.
Il progetto di Rogers Stirk Harbour + Partners per la stazione di Capodichino Aeroporto, che si trova alla fine dell’estensione della Linea 1, rappresenta un’opportunità significativa per contribuire alla rigenerazione della città e dell’aeroporto stesso. La forma del tetto consente alla luce naturale di penetrare in profondità nello spazio interno della stazione, oltre a consentire la circolazione naturale della ventilazione.
La Metro del Centro Direzionale è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli, già soprannominata Stazione della City. La stazione è stata progettata dallo studio EMBT, degli architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue. La luce dell’esterno della stazione ha raccolto la sfida di riconfigurare l’attuale illuminazione con una scenografia notturna diversa, che riesca non solo ad attrarre giovani ma soprattutto a farli stare insieme in sicurezza in un luogo ora molto poco frequentato.
La stazione metropolitana Chiaia è stata progettata dall’arch. Uberto Siola ed ha la caratteristica di essere l’unica “stazione di luce” dal momento che il segno architettonico dominante è rappresentato da un grande vuoto centrale che lascia entrare la luce naturale fin giù in banchina. La stazione metropolitana di Chiaia si sviluppa dunque tutta intorno a questo grande “vuoto di luce” naturale all’interno del quale il grande artista Peter Greenaway colloca il suo intervento.
La stazione Arco Mirelli nasce dal progetto dell’architetto tedesco Hans Kollhoff che si è lasciato ispirare dal luogo, com’è stato in passato e com’è oggi e in particolare della sua relazione con la Villa Comunale e la città di Napoli. Senza alcun dubbio l’ingresso della stazione, e forse la stazione nel suo complesso, entrerà a far parte, da oggi, della storia della villa comunale di Napoli.
La stazione Materdei è stata progettata dall’architetto Alessandro Mendini caratterizzata da un ingresso molto scenografico rivestito da mosaico e sormontato da una grande stella verde e gialla, trasformando la bella piazza Scipione Ammirato, in isola pedonale, arricchita di spazi verdi, nuovi arredi urbani e opere d’arte.