La stazione è collocata al di sotto di piazza Santa Maria degli Angeli, un piccolo spazio urbano posto all’estremità di Monte di Dio, sulla collina di Pizzofalcone, alle spalle di piazza del Plebiscito. La stazione metropolitana Chiaia è stata progettata dall’arch. Uberto Siola ed ha la caratteristica di essere l’unica “stazione di luce”.
Il segno architettonico dominante è rappresentato da un grande vuoto centrale che lascia entrare la luce naturale fin giù in banchina.
La stazione metropolitana di Chiaia si sviluppa dunque tutta intorno a questo grande “vuoto di luce” naturale. La luce diviene elemento di congiunzione tra la città in superficie e la stazione ipogea.
Si tratta di un tema caro alla città di Napoli, ricca di cavità che si estendono nel sottosuolo e che costituiscono, nel loro insieme, una rete di cunicoli molto interessanti dal punto di vista morfologico, talora accarezzati dalla luce proveniente dalla città in superficie.
Un luogo in cui la luce si è trovata ad affrontare temi per il transito dei viaggiatori, la sicurezza, per i luoghi commerciali, per le opere d’arte dell’artista Peter Greenaway e luoghi per socialità.
Abbiamo integrato armonicamente la luce naturale proveniente dalla grande lanterna in alto con la luce artificiale che racconta l’architettura della stazione. Anzi possiamo dire che questo è un esempio importante in cui la luce naturale, non una qualunque, quella di Napoli, è protagonista degli spazi insieme ai suoi tagli di ombre che genera durante la giornata.
Infine, una luce dal carattere più scenografico legata alla poetica espressa da Peter Greenaway che accompagna il visitatore sin da fuori e via via lungo tutto la stazione fino ai binari dove trova ad accoglierlo una grande cupola decorata da tanti occhi che giocano a fare l’occhiolino proprio con la luce e accolgono il viaggiatore.