Incontrare Lorenzo Zen, il massimo esperto italiano di “filosofia dell’ascolto” che da più di mezzo secolo si preoccupa, con contagiosa passione, di portare una più raffinata fruizione della musica nelle case di appassionati e melomani, vuol dire trovarsi immediatamente ed inesorabilmente immersi nell’affascinante mondo della riproduzione sonora. Le sue “realizzazioni”, che ho più volte avuto l’onore ed il piacere di apprezzare, mirano a rivelare le incredibili potenzialità che un impianto ben architettato può esprimere, generando sensazioni ed emozioni che assolutamente travalicano il consueto e “banale” godimento di brani e melodie.
Da lui ho imparato che il “saper ascoltare” e, soprattutto, il “saper ascoltarsi” sono peculiarità mai abbastanza sottolineate e indagate, e che l’aspetto artistico di una buona riproduzione è fondamentale, tanto quanto la connotazione tecnica di una installazione. Come nella riproduzione della musica va ricercato prioritariamente il silenzio (pausa sonora), condizione fondamentale che consente la corretta ricostruzione e la ineffabile percezione delle più delicate e raffinate strutture armoniche dell’evento registrato, così nella luce va ricercata la dinamica del chiaroscuro e delle penombre (pause luminose), che favorendo una più intensa riflessione e un più intimo raccoglimento, dunque una maggiore immedesimazione e partecipazione alla scena, agevola l’intuizione della poesia che si cela dietro una concezione luminosa, la più profonda comprensione del significato di un racconto di luce.
Confrontarsi con Lorenzo Zen significa affrontare il discorso emozione in maniera interdisciplinare per arrivare insieme ad una conclusione efficace, poetica e funzionale. Le prime righe di descrizione del nostro progetto riassumono perfettamente il senso dell’unione delle nostre competenze: “La luce in abbinamento a suoni, colori e odori si sublima in un’esperienza multisensoriale, si instaura un rapporto dionisiaco con l’uomo, i sensi sono trasportati in una coinvolgente danza che travolge il piano della quotidianità per trascinarci a viva forza ad un livello più profondo, più emozionale […] e di conseguenza pervenire ad una diversa e più consapevole comprensione delle nostre sensazioni e della nostra anima.”