Cercare di stabilire i “confini” di una figura professionale quale quella del lighting designer nel nostro Paese è un compito solo all’apparenza semplice, e ce ne rendiamo subito conto nel momento in cui proviamo ad andare a circoscriverli.

L’opinione di Filippo Cannata è che dare nella nostra realtà una definizione della figura del lighting designer sia estremamente complesso e contradditorio. Il ruolo del progettista di illuminazione ha raggiunto un “peso” importante nella qualità complessiva del progetto architettonico, ma individua l’evidente esistenza di un problema di interlocuzione nel professionista progettista che in diversi casi non ha ancora la sensibilità di rivolgersi direttamente al professionista della luce.

La fortuna del progetto di luce alla fine dipende ancora dalla qualità dell’interlocutore committente. Esiste poi per il progettista della luce l’importante capitolo dei rapporti con l’installatore che secondo Cannata “.. ha un forte ruolo di influenza nei confronti del lavoro del lighting designer ed è abituato prevalentemente a trattare con l’ingegnere elettrico…e si trova invece di fronte un personaggio atipico, attento all’alimentatore, attento all’RGB, e che vuole in qualche modo tirare fuori la sua storia dal progetto…”

I nuovi scenari operativi proposti prevedono, in conclusione, un sistema di alleanze basato sulla chiarezza, trasparenza e professionalità; un sistema al centro del quale l’architetto svolge un ruolo di coordinamento, con il preciso dovere di far capire come all’interno del progetto la luce, con le sue valenze emozionali, sia in grado di conferire all’architettura un significato completamente nuovo

https://www.youtube.com/watch?v=8xWTMM_UHCc

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