Architetture di luce con Mario Botta

Il segreto per valorizzare lo spazio e “raccontarlo” con la luce è nella capacità di scomporlo nel suo alfabeto di linee per cogliere il messaggio intimo e profondo che colui che lo ha disegnato intendeva trasmettere. Con Mario Botta condivido la consapevolezza che la luce sia generatrice dello spazio, il materiale “immateriale” che primo fra tutti lo definisce e lo caratterizza nella sua identità. La luce è per le persone e per i loro spazi, è per l’”uomo”. E il compito del lighting designer è quello di interpretare questi spazi, ascoltare lo “spirito del luogo” e poi esprimerlo attraverso il linguaggio semplice e immediato della luce. Rivelare, evidenziare, valorizzare.

Lavorare con il “maestro” è perciò un piccolo sogno che si avvera ogni volta, come quando incontri il tuo scrittore o musicista preferito!

Lui dà corpo a forme plastiche, modella superfici di materiali “poveri”, definisce tracciati geometrici fatti di relazioni tra vuoti e pieni. Io faccio in modo che la luce fluisca tra forme e volumi, superfici e materia, rivelando l’anima del luogo. Lavorare con Botta significa pensare e guardare al di là dei muri, “unire la sperimentazione allo spirito del gioco”.

 

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